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30/12/2011  - Cittadinanza onoraria al Presidente Bruno Ferraro
Con votazione unanime, il Consiglio Comunale di Tivoli ha conferito, il 12 dicembre 2011, la cittadinanza onoraria al Presidente Bruno Ferraro a causa degli altissimi meriti acquisiti nei confronti della cittadinanza durante la sua triennale gestione del Tribunale, cui ha conferito un’importanza ed un prestigio a livello nazionale.
Testualmente, la motivazione si esprime così: “in segno di considerazione, dell’intensa, indefessa, costante e proficua opera condotta per l’affermazione della legalità e dell’effettivo riconoscimento della funzione della Giustizia come aspetto fondamentale, indispensabile e necessario per il vivere civile, con gratitudine”.
Tali benemerenze sono state sottolineate e rimarcate dall’Ordine Forense e dall’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, con due targhe in separate sessioni di festeggiamento.
Lo stesso Vescovo di Tivoli Mauro Parmeggiani ha voluto salutare con nobili espressioni il Presidente al termine del Te Deum del 31 dicembre, presente una folta rappresentanza dell’Amministrazione Comunale con il Sindaco Sandro Gallotti.
Si riporta la sintesi del discorso pronunziato dal Presidente durante il Consiglio Comunale.
“Di recente, celebrando i 450 anni della Basilica di S. Maria degli Angeli in Roma, sono stato invitato a trattare, in una prolusione, il tema “L’ETICA, IL DIRITTO, LA GIUSTIZIA”.
Sul ruolo e sulla figura del giudice ho avuto modo di esternare le mie convinzioni che desidero, in questa sede, richiamare: osservazioni proiettate sul passato della mia vicenda professionale ma che valgono anche come auspicio sul presente e per il futuro.
Fondamentale è il tipo di approccio che il giudice realizza con il caso sottoposto al suo giudizio. Ci sono nella realtà alcuni approcci che, a mio avviso, sono sbagliati perché allontanano il giudicante dal ruolo super partes che l’Ordinamento gli assegna e che la società ha il diritto di pretendere. Sono altrettanti atteggiamenti sbagliati dai quali ho personalmente, per oltre quarant’anni, preso le distanze e che ritengo di dover segnalare, ribadendo un no convinto e senza remare.
Dico no al giudice supplente, perché svolge un ruolo che spetta alla politica e che resta ben al disopra delle sue possibilità di azione.
Dico no al giudice censore, perché si appropria di un compito di altri mentre il suo è quello di applicare, senza moralismi, la legge nel caso concreto.
Dico no al giudice politico, perché la politica impone scelte di parte, ed anzi vado oltre auspicando con forza l’introduzione, da parte del legislatore, di un divieto di ritorno alle funzioni giudiziarie per chiunque abbia svolto, anche per un periodo non lungo, attività politica: come può un siffatto soggetto apparire imparziale, requisito fondamentale per alimentare la fiducia nella equanimità delle sue decisioni?
Dico no al giudice politicizzato, che tradisce, con le sue iniziative, l’intento di perseguire interessi di una fazione politica a danno, per ciò stesso, dell’equilibrio e del distacco che devono caratterizzarlo quando indossa la toga.
Dico no, con forza, al correntismo dei magistrati, perché è un modo mascherato, per non dire subdolo, per “fare politica” con le sentenze.
Dopo i no, provo a tracciare un sommario identikit del buon giudice.
Umiltà (nel senso latino del termine), umanità, rispetto per l’altro, rispetto per la dialettica e per le regole processuali, equilibrio, laboriosità, impegno diuturno, disinteresse, adeguata motivazione delle proprie decisioni: oggi, come ieri e come sempre, sono questi i requisiti che il giudice deve possedere, per essere all’altezza di una professione nobilissima, per non trasformarsi in un potere e per svolgere la sua attività come un servizio alla collettività.
Come voi sapete, a questa mia ultima esperienza al vertice del Tribunale di Tivoli (dall’11 marzo 2009) ho rivolto la mia particolare attenzione, curando i giusti collegamenti con le categorie professionali (Avvocati e Dottori Commercialisti su tutti), il rapporto con il territorio e con i suoi Enti rappresentativi (Comuni di Tivoli, Guidonia, Castelnuovo di Porto, Palestrina su tutti), promuovendo il coinvolgimento dei cittadini con numerose iniziative di sponsorizzazioni, sollecitando il giusto interesse della stampa locale e nazionale, perseguendo la valorizzazione del territorio (richiamo la recente pubblicazione del Libro sui 75 Comuni).
Nel momento in cui mi accomiato (ma lavorerò fino al 31 dicembre tutti i giorni, sacrificando le mie ferie pregresse), rivolgo a tutti un invito: SIATE ORGOGLIOSI DI QUELLO CHE FATE ED AMATE QUESTO TRIBUNALE! VIVA TIVOLI, CAPOLUOGO DI UN TERRITORIO FORMATO DA 75 COMUNI, VIVA L’ITALIA E VIVA LA GIUSTIZIA”.

Tivoli, 30/12/2011
Il Presidente del Tribunale
Dott. Bruno Ferraro
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